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UN AIUTO PER LE MAMME DEL MALI DAL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA
di Diego Mazzetto
Un aiuto alle mamme del Mali è partito dalla Riviera del Brenta grazie all’impegno del Rotary club territoriale affiancato dai Club di Mestre, Mestre Torre e Noale. Durante una serata di presentazione, avvenuta lo scorso 22 ottobre presso villa Franceschi di Mira – sede del Club Rotary Venezia – Riviera del Brenta- il Presidente Piero Milano ha consegnato alla sig.ra Marisa Bettio, ostetrica professionista da più di trent’anni, un assegno di ottomila euro. “Questo service ci rende particolarmente orgogliosi – ha detto il presidente Milano durante la serata – per la sua valenza umanitaria verso le donne del Mali che una persona speciale come Marisa Bettio ci ha permesso di conoscere in tutte le sue drammatiche sfaccettature.
Quando all’inizio del corrente anno ho cominciato a pensare quali erano i progetti ed i Service che potevo sviluppare nel corso del mio mandato di presidenza, mi è venuta in mente Marisa Bettio e quello che lei fa ormai da diversi anni in Mali.
L’idea di poter, noi fortunati abitanti di questo pianeta, aiutare chi in una altra parte del mondo non ha quasi il minimo per sopravvivere mi ha entusiasmato. La conferma ad andare avanti e a proporre questo mio progetto anche agli altri tre Club Rotary di VE Mestre, VE Mestre Torre e VE Noale dei Tempesta l’ho avuto dopo aver parlato con Marisa.
La sua forza e il suo entusiasmo mi hanno fin da subito contagiato, in particolare quando tra le varie iniziative delle Suore del Santo Natale che gestiscono questa struttura a Kutiala, Marisa mi ha parlato di come aiutano le mamme a far nascere i bimbi.
Oggi che siamo qui per chiudere il Service e consegnare questa somma a Marisa per i suoi bambini credo che tutti noi ci dobbiamo sentire bene. Un gesto piccolo che però porta un po’ di luce a chi ha veramente bisogno ed ha avuto la sfortuna di nascere in una parte del mondo martoriata dalla fame e dalla guerra.
Grazie Marisa per averci dato questa splendida opportunità !”
Anni fa, a seguito di un periodo difficile, Marisa ha incontrato una suora missionaria italiana che stava cercando di far sorgere una casa di maternità nel villaggio di Koutiala (Mali), con l’intento di aiutare le donne povere a mettere al mondo i propri figli con dignità e un minimo di sicurezza per la propria vita e quella dei loro bambini. Marisa fu invitata a recarsi laggiù e, alternandosi ad altre ostetriche volontarie, a insegnare alle donne del luogo come aiutare una mamma che è in procinto di partorire.
“L’impatto con la realtà del Mali ebbe su di me l’effetto di un pugno allo stomaco – afferma Marisa. Io, abituata alle più moderne sale parto, mi ritrovai a lavorare in una stanzetta dotata di un vecchio letto dove, al posto del telo sterilizzato, era posta la gonna della paziente stessa. Indumento che tornava a essere riutilizzato dalla mamma dopo il parto.
Abituata all’asetticità assoluta degli ambienti ospedalieri, dovetti ingaggiare una lotta cruenta contro le mosche.
Io, proveniente da un mondo, il nostro, dove il cibo avanzato si butta via, fui costretta a vedere una donna in avanzato stato di gravidanza che mi osservava mentre stavo facendo uno spuntino con un pezzo di pane scoprendo, qualche minuto piĂą tardi, che quella povera creatura non mangiava da piĂą di una settimana.
Un giorno, mentre stavo entrando in un villaggio, scorsi tra un cumulo di spazzatura una neonata ancora in vita abbandonata dalla madre perché prematura. Senza pensarci due volte, la raccolsi, la ripulii alla meglio e la pesai -700 grammi. Con fatica le feci bere poche gocce di latte e cercai di riscaldarla in qualche modo. Ma come? Non c’erano culle termiche. E allora, sebbene fosse rischioso, la esposi ai raggi del sole girandola e rigirandola, affinché non si ustionasse. La piccola si salvò e, ancora oggi a distanza di anni, lei e i suoi genitori sono i primi ad accogliermi quando faccio visita al loro villaggio. La bambina, non a caso, si chiama Maria Sole”.
Fin dalla sua prima visita, risalente ormai al lontano 2002, Marisa si è resa conto che l’aiuto fornito a quelle mamme e ai loro bambini, non avrebbe potuto esaurirsi in una mera visita di pochi giorni all’anno; perciò, una volta tornata a casa, si è immediatamente prodigata per costituire un gruppo di amici che continuasse ad aiutare costantemente le persone bisognose di quei luoghi. Ecco come è nata l’Associazione La casa della Vita Onlus, fondata da Marisa Bettio insieme a Stefania Cappellato e ad altri amici nel 2010.
“L’intento principale dell’Associazione – raccontano Marisa Bettio e Stefania Cappellato – è quello di raccogliere quanti piĂą fondi possibili da inviare con regolaritĂ alle Suore per sostenere economicamente il reparto di maternitĂ del villaggio di Koutiala.
Ci occupiamo anche del progetto Madri e cucito, un’opera di socializzazione e insegnamento del taglia e cuci alle madri incinte, che spesso sono sole perché abbandonate dai loro compagni che si sono recati in altri luoghi a cercare miglior fortuna.
Un altro impegno che ci ha particolarmente coinvolto riguarda il nostro piccolo amico Daouda che, grazie a medici illuminati e persone volonterose, è stato curato da una malattia gravissima, causata da un Mycobatterio contratto dopo essere stato morso da un serpente.
Per la sua opera di Ostetrica Missionaria in Africa, Marisa Bettio è stata insignita del Premio Samaritano 2014: un prestigioso riconoscimento a carattere nazionale che AVIS – Riviera del Brenta conferisce ogni due anni a persone che si sono distinte per gesti di altruismo. Per raccontare il suo impegno professionale e umano, lo scorso 13 novembre presso la villa Foscarini Rossi di Stra, Marisa ha presentato il suo primo libro dal titolo La vita inizia prima della nascita. Un testo sbocciato dalla sua passione e dalle sue esperienze sull’affascinante mistero della vita prenatale.